Allora, staccatevi dalle idee di transazione anche momentanea, anche concepita come gradino al meglio, e siate repubblicano, repubblicano sin d'oggi apertamente e credente nella possibilità, nella necessità del trionfo del simbolo repubblicano. Però che tutte le altre idee sono illusioni, menzogne della vecchia politica che s'è abbarbicata alle menti.
Guardate all'Europa. Il suo moto è a repubblica, moto universale che aumenta ogni giorno, che trascina gli intelletti un tempo più schivi, fin Chateaubriand, fin Lamennais. La prima rivoluzione francese, avvenga quando che sia, sarà per necessità repubblicana: la prima insurrezione germanica, repubblicana per necessità: dacchè le divisioni politiche e l'assenza d'una famiglia che abbia quanto basti d'influenza e di virtù per riunirle, escludono il governo monarchico a quei che vogliono unificare l'Alemagna.
La Svizzera si regge a repubblica e progredisce verso un nuovo assetto più popolare e più energicamente concentrato. E voi vorreste che l'Italia, sorgendo a rivoluzione, gridasse un grido costituzionale monarchico? Vorreste collocarla in condizioni di avere rivoluzioni posteriori? Ridurla allo stato della Francia d'oggi? Porla retrograda fra i popoli che s'affrettano alla meta? L'Italia si trascinerebbe stentatamente dietro al moto europeo, quando è destinata a precorrerlo? Il simbolo popolare, dovunque verrà proferito, darà a quel popolo la palma dell'incivilimento europeo, e noi, questa palma vogliamo darla all'Italia - e possiamo, volendo.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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