Due partiti s'affacciavano a un uomo della mia fede.
Ritrarsi; e come Trasea escì, ravvolta la testa nel manto, da un senato corrotto e tremante, allontanarsi da una terra dimentica dei principii e condannata a rovina: ricalcare le vie dell'esilio e dall'esiglio tenere levata in alto la bandiera repubblicana: non guardare a tempi nè ad uomini e dir tutta la verità, inascoltato, maledetto dai vivi, perchè i posteri la ricevessero un giorno e ammirassero chi non l'aveva taciuta mai: - ed era partito al quale tutte le sdegnose tendenze dell'animo mio mi spronavano.
Rassegnarsi all'onnipotenza dei fatti e tentare lentamente di modificarli tanto da trarne un grado di progresso verso non foss'altro un dei termini del problema, l'unità: non separarsi dai proprî fratelli perchè sviati: non interrompere, collocandosi in una sfera per allora inaccessibile ad essi, la tradizione emancipatrice iniziata: confutare colla pazienza dell'onesto e colla mesta riverenza alla volontà del paese le accuse d'intolleranza, di spiriti esclusivi e dittatoriali, versate sui repubblicani: tacere, senza apostasia, parte del vero perchè l'altra possibilmente prevalesse; percorrere col popolo e senza illusione la via crucis delle delusioni onde conquistare il diritto di dirgli un giorno: io era teco: ricordati; insegnare a ogni modo l'amore, e il dovere perpetuo del sagrificio, anche della fama, e non del vero ma d'ogni orgoglio del vero, a pro di chi s'ama.
E mi scelsi quest'uno.
Taluni, molt'anni dopo - Giuseppe Sirtori unico allora - mi rimproverarono quella scelta.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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Trasea Sirtori
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