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      Ponete quel santo nome di nazione sulla bilancia, non date l'esempio d'uno smembramento ai fratelli che guardano in voi. Rimanete uniti ai vostri concittadini della penisola: uniti per combattere insieme ad essi le battaglie della libertà, per combattere fra non molto insieme a noi tutti le battaglie dell'indipendenza: uniti per confortarci del vostro aspetto e della vostra parola autorevole nei nostri parlamenti, nelle nostre adunanze: uniti perchè i fratelli, schiavi tuttora, si inanimiscano alla guerra sacra; uniti perchè lo straniero senta la virtù del sacrificio nell'anime nostre e ammiri; uniti perchè i fati dell'Italia si compiano, mercè vostra, più rapidi e l'umanità si rallegri e Dio protegga bella di potenza e d'amore la terra sua prediletta.
      Londra, 20 febbrajo 1848.
      Poco dopo, nel programma dell'Associazione nazionale italiana ch'io fondai, nel mio breve soggiorno in Parigi, il 5 marzo, io diceva:
      ............Qualunque sia, nelle nostre menti il concetto del progresso futuro, qualunque la forma che lo rivelerà alle nazioni europee, noi tutti sappiamo che fummo grandi - che vogliamo e dobbiamo esser grandi, più grandi che mai non fummo pel bene della patria e dell'umanità - e che nol possiamo se non vivendo d'una vita comune, ordinandoci forti e compatti sotto una sola bandiera, affratellandoci in un solo patto d'amore, sommando in una tutte quante le facoltà, le forze, le aspirazioni del core e del senno italiano. Sappiamo che tra noi e quel patto d'amore fraterno ed uno sta l'Austria - che all'Austria soggiacciono molti milioni d'Italiani fratelli nostri - che prima della loro emancipazione noi non possiamo aver patria - che vita, libertà, forza, unità, securità di progresso, saranno menzogna per noi, finchè non avremo con guerra aperta, ostinata, irreconciliabile, cacciato oltre le ultime Alpi lo straniero che contamina le nostre contrade.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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