È questo un momento solenne: momento di crisi suprema, di nuova vita europea. Qui d'onde scriviamo, un popolo glorioso tra quanti mai furono, ha provato l'onnipotenza della volontà nazionale e rovesciando in poche ore un edifizio a cui gli eserciti, le corruttele, le false dottrine e le diplomazie promettevano lunga durata, ha iniziato un nuovo diritto europeo. Ma a noi rimane intatta una grande missione: cancellare dal mondo europeo un'antica ingiustizia e sostituire sulla Carta d'Europa, coll'esempio della nostra emancipazione, una libera federazione di nuove nazioni a un impero fattizio, colpevole d'avere negato per secoli la santa legge di progresso che Dio prefiggeva all'umanità......
E il 22 marzo, in un indirizzo al governo repubblicano di Francia, io definiva nuovamente in questi termini il fine dell'Associazione.
........Il suo scopo, signori, è quello che fu annunziato o preveduto da tutti i grandi italiani, da Arnaldo da Brescia fino a Machiavelli, da Dante fino a Napoleone, che appartiene a voi come a noi: l'unificazione politica della penisola; l'emancipazione dal mare all'Alpi di questo suolo dal quale esciva due volte la parola d'ordine dell'unità europea; la fondazione d'una nazionalità forte e compatta che possa pel bene del mondo collocarsi nella confederazione dei popoli e apportare al lavoro comune le ispirazioni e il sagrificio, il pensiero e l'azione di venticinque milioni d'uomini liberi, fratelli e uniti in una sola fede nazionale: DIO E IL POPOLO in una sola fede internazionale: DIO E L'UMANITÀ.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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