L'autorità militare competente fu per essi Giacomo Medici, allora volontario garibaldino, oggi generale nell'esercito regio, il quale da Genova, ov'ei soggiornava, era fuori d'ogni lavoro e ignaro delle forze nostre, del disegno e d'ogni cosa. Gli spedirono l'ingegnere Cadolini, oggi deputato. Medici rispose: impedite il moto con ogni mezzo: se non riuscite a impedirlo, cercate afforzarlo. E i richiedenti fecero, sconfortando, sviando taluni fra i capi, annunziando a tutti il loro dissenso, quanto era in essi per impedire. Fu questa principale cagione di disfatta al disegno. Era, in seno alla borghesia, il cominciamento d'una scuola analoga, comunque inferiore d'ingegno, a quella dei dottrinarî francesi ai tempi di Luigi Filippo, e della quale l'Italia vede oggi in quei che la reggono lo scandalo e i frutti.
E nondimeno ho certezza, che nel prepararsi generale degli animi, nello sviluppo storico del risorgimento italiano, quel tentativo giovò. Lasciando dello stolto e feroce spirito di repressione, che la paura spirò allora più che mai nei consigli dell'Austria, delle contribuzioni arbitrarie sui beni degli inoffensivi patrizî lombardi e degli esuli, e dell'irritazione che ne nacque in essi, il popolo, il vero popolo, salutò come sua l'impresa tentata, inorgoglì dell'ardito concetto, e cominciò a credere nella propria forza e nella parte che sarebbe un giorno chiamata a compiere. I segni d'una trasformazione morale nelle classi operaje apparvero poco dopo più frequenti e visibili nelle associazioni, fondate pubblicamente in Piemonte e nella Liguria, tra gli uomini del lavoro, nella parte presa altrove dai popolani nei tentativi che seguirono, e, a me segnatamente, negli indirizzi, nelle proposte, nelle dichiarazioni d'affetto, che da essi mi vennero quando appunto il volgo letterato e gli ingannati da esso mi rovesciavano quasi universalmente sul capo una tempesta d'accuse, di rimproveri e di villane calunnie(63). Da Genova, da Parma, dalle città romagnuole i popolani mi dicevano: voi avete creduto in noi, stimati da tutti incapaci di fare: vi rendiamo grazie, e vi proveremo quando che sia che non v'illudete sul conto nostro.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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