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      Fu questo il programma del Comitato, dichiarato apertamente, come da noi si usa; svolto nelle molteplici comunicazioni private, praticato con insistenza dal primo fino all'ultimo giorno. Ogni altro programma avrebbe fondato un ozioso dominio di setta, e dato al carnefice vittime senza scopo. Or noi non eravamo settarî, ma apostoli, credenti in una fede di non lontano risorgimento; non eravamo sì illusi da volere che un popolo risorgesse senza sacrificio di vite, ma nè sì stolidi e appestati di egoismo da guardare freddamente al patibolo dei nostri migliori e non desumerne, com'oggi altri fanno, che un insegnamento di pazienza servile.
     
     
      II.
     
      Il Comitato esciva, in parte dal fatto dell'associazione ordinata, in parte dalla tradizione, buona a conservarsi, del Triumvirato di Roma. Era in breve tempo confermato, con adesione scritta, ch'io serbo, da un numero considerevole d'uomini che avevano rappresentato il popolo in Roma e d'altri che avevano virilmente difeso, nella milizia o negli ufficî civili, l'onore della nazione per tutte parti d'Italia. E presso le moltitudini, vogliose sempre di trovar chi le guidi a fare, presso quella gioventù santa che non ha vanità individuali da accarezzare, ma non domanda se non di combattere, vincere, o morire ignota per la Patria comune, non era per mancarci autorità direttrice, quanto almeno bastava all'intento nostro. Pur nondimeno pareva onesto e giovevole, segnatamente per l'estero, che i più noti fra gli esuli si raggruppassero in questo lavoro di riordinamento interno e di rappresentanza internazionale; e determinammo richiederli.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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