E le stesse norme dovevano più o meno applicarsi al problema italiano. Il campo italiano si divideva, come sempre, in due parti: gli uomini che s'ostinavano ad aspettare la libertà della patria dalla diplomazia, da disegni arcani di principi ambiziosi o da guerre straniere, e gli uomini ch'erano fermi a cercarla nell'azione delle forze italiane, ajutate dall'elemento popolare europeo. A questi soli il Comitato Nazionale si rivolgeva: da questi soli chiedeva concentramento ordinato sotto un disegno comune e un'unica direzione; gli altri sarebbero stati trascinati dal fatto. E questo fatto non doveva, nè poteva avere un giorno predeterminato a manifestarsi; - la nostra era questione d'idea, non di tempo - ma, accettato come possibile, e maturato tanto da raggiungere condizioni ragionevoli di vittoria probabile, prorompere, quando il partito credesse, conseguenza di moti europei o principio ad essi.
Intento del fatto doveva essere conquistarci una Patria, costituirci in Nazione; una dunque doveva esserne la bandiera: inalzarsi, ovunque le circostanze darebbero, in nome di tutti; proteggersi da tutti; trionfare per tutti: guerra di popolo, governo di popolo. E perchè il popolo potesse rivelare solennemente l'animo proprio, i proprî bisogni e la propria fede: - perchè non traesse, come nel 1848, da pericoli ipocritamente esagerati, o da speranze ipocritamente affacciate, occasione a cedere improvvidamente le proprie sorti ad ambizioni di principi e raggiri di cortigiani sofisti: - perchè, col decidere immaturamente, prima d'essere libero tutto ed affratellato, non richiamasse a vita, spenti, ma da poco, germi fatali di federalismo: - perchè, infine, le incertezze, le oscillazioni, i pericoli d'una libertà mal ferma, sospettosa quindi e facile a sùbiti sconforti e a mortale anarchia, non si trapiantassero nel campo, non disviassero dalla suprema necessità di combattere, non involassero, spegnendo la vittoria in fasce, i frutti della vittoria: - il Comitato Nazionale segnava due periodi alla risoluzione del problema; il primo, periodo d'insurrezione, da governarsi con assoluta unità da un nucleo di pochi buoni e volenti, acclamato e vegliato dal popolo, operante a rendere nazionale, popolare, rapida e tremenda la guerra; il secondo, non ottenuta, ma assicurata la vittoria, e libero, se non tutto, quasi tutto il popolo d'Italia, da reggersi normalmente e svolgersi, sotto la tutela d'una libertà meritata, dall'Assemblea Nazionale, raccolta, per voti di tutti, in Roma.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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