Prevedono tutta quanta l'azione di dissolvimento che eserciterą su milizie, nelle quali l'ufficiale d'una nazionalitą comanda il soldato d'un'altra, l'elemento ungarese, nostro, e l'Austria lo sa, al primo urto potente che lo affidi di non essere abbandonato senza scampo alla vendetta de' suoi padroni? Č un solo tra loro che non abbia scritto o non dica a sč stesso, pensando al 1848, ah! se chi dirigeva la guerra avesse voluto vincere o lasciarci vincere! Molti hanno combattuto, vincendo, contro truppe regolari austriache e francesi, con giovani volontari, educati soldati tra una zuffa e l'altra. Conoscono tutti, come noi, le forze considerevoli, gl'infiniti mezzi di guerra, che possono trarsi dal paese contro un nemico che non ha terreno per sč se non quello su cui accampa. Non hanno pił dubbio sulle tendenze del nostro popolo. E nondimeno, dubitano, indugiano, aspettano l'impulso iniziatore di Francia. Oh come deve il governo austriaco, conscio com'č della propria debolezza, il governo austriaco che ha tremato davanti ai pugnali di poche centinaja di popolani, sorridere dei nostri uomini di guerra e della nostra inerzia!
L'insurrezione italiana, nelle condizioni attuali dell'Impero, trascina con sč inevitabilmente l'insurrezione dell'Ungheria: l'insurrezione d'Italia e d'Ungheria trascinano inevitabile l'insurrezione del popolo in Vienna: l'insurrezione d'Italia, d'Ungheria e di Vienna, trascinano inevitabile l'insurrezione di mezza Germania, il fermento dell'altra metą. Non seguirebbero gli altri popoli? non seguirebbe la Francia?
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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