Gli uomini di questo partito intendano che il 6 febbrajo ha cominciato la serie delle proteste armate e, ispirandosi a Roma, la continuino ovunque possono: essi m'avranno sempre - e lo sanno. Dei tiepidi giova ch'io possa, emancipato da tutti i riguardi e indipendenti da vincoli, essere di tempo in tempo censore libero e smascheratore: giova che io possa dire all'Italia che mentre fra i popolani ho trovato uomini pronti ad assalire con pugnali un esercito, io non ho potuto trovare fra i loro ricchi un sol uomo a cui affetto di patria o ambizione di fama, abbia persuaso di farsi banchiere al Partito e di porre mezza la sua fortuna pel trionfo della bandiera: - che, tra i loro intelletti, ho trovato dissenso perenne tra il pensiero e l'azione, servilitā meschina a sofismi, sistemi e fondatori di sętte straniere, e vanitā meschinissime davanti ai loro connazionali: - che ad essi al loro appartarsi da ogni generoso disegno, al loro dissolvere collo sconforto, coll'inerzia, col biasimo sistematico, qualunque impresa tenda a troncar la questione, spetta - e non a noi - il rimorso delle vittime che, di mese in mese, di settimana in settimana, vanno e andranno, pur troppo, facendosi: - che due mesi d'accordo, di vita e comunione fraterna, di nobile sagrificio e d'abdicazione delle vanitā, dei rancori, delle gelosie individuali davanti all'unitā indispensabile di direzione e d'intento, potrebbero, se volessero, imporre fine a vittime, tormenti e vergogne e far dell'Italia un tempio di libertā a' suoi figli e alle nazioni d'Europa.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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