L'Austria in Italia dev'essere girata, tagliata dalla sua base nei primi dieci giorni dell'insurrezione.
E mentre il governo dell'insurrezione farebbe questo - e verificherebbe facilmente pensieri che io maturo da anni: mentre l'insurrezione della parte superiore dello stato romano si rovescerebbe, non curando altro, su Napoli, gli ungaresi rivoltati, disertati, ordinati sotto Kossuth e Klapka - il povero Klapka era meco febbricitante di speranza tutta la giornata del 6 - darebbero il segnale al loro paese e con un'operazione ardita, ma verificabile, svierebbero la guerra da noi.
Emilio, io concedo a voi tutti di discutere l'insurrezione. E perchè quella è impresa seria e base d'ogni altra, io ho voluto provarvi che il popolo, se chiamato da voi, è pronto a fare. Ho voluto suggerirvi il come si possa, per sorpresa, scemare i sacrificî e impossessarsi di materiale. Voi sapete che queste sorprese sono possibili e possono, occorrendo, prepararsene altre diverse. Ma non concedo a voi, non concedo ai vostri amici, parecchi dei quali sono militari, di dirmi: "Noi non potremo vincere la guerra." - Non v'è - lasciate che ve lo dica - che un'assoluta inferiorità di intelletto che possa ispirare negazione siffatta - o la paura dell'egoismo. -
Perchè la Lombardia e non un'altra parte d'Italia? E debbo sentire questa parola da voi; da lombardi? Ho accennato le ragioni nell'opuscolo che avete. Ma se io fossi lombardo non vorrei averle richieste. Per dio! avete il nemico d'Italia in casa, e vorreste che Napoli agisse?
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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