O noi rinneghiamo ispirazioni, studii ed affetti per una illusione di universale concordia - ci soffermiamo nella predicazione di principii nudi, teorici, astratti, senza discendere all'applicazione, senza mostrare nella storia dei tempi trascorsi le violazioni di questi principii - erriamo intorno all'albero della scienza, senz'attentarci di appressarvi una mano, lamentiamo una malattia esistente nel corpo sociale senza ardire di rimovere il velo che la nasconde e dire: là è la piaga! - e gl'Italiani indurano nell'abitudine degli errori; e gli elementi non mutano, i tentativi insistono sulla stessa tendenza, le generazioni agitano, non frangono le loro catene; e lo straniero ci rampogna inerti nel progresso comune, c'insulta colla pietà del potente al fiacco, si curva sulle sepolture dei nostri grandi, e esclama: ecco la polvere dell'Italia! -
O sospetti, o colpevoli - condannati al silenzio o alla guerra - esosi agli uomini che parteggiano per le vecchie dottrine, o traditori alla patria che le provava fino ad oggi inefficaci e funeste. -
LA PATRIA ANZI TUTTO. - Noi parliamo tra i sepolcri dei padri e le fôsse dei nostri martiri - e le nostre parole hanno ad essere forti, pure, incontaminate da lusinga e da odio, solenni come i ricordi dei padri, come la protesta che i nostri fratelli fecero dal palco ai loro concittadini. -
LA PATRIA ANZI TUTTO. - E chi siam noi perchè abbiamo a calcolare i nostri discorsi dalle conseguenze personali? L'epoca degli individui è sfumata. Siamo all'era dei principii: siamo all'era che pose quel grido in bocca ai lancieri Polacchi: Periscano i lancieri, e la Polonia si salvi!
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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