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      Mancarono i capi. Mancarono prima d'animo, poi di scienza politica: prima di fede in sè, nelle moltitudini che reggevano, nella santa bandiera che inalberavano; poi di consiglio rivoluzionario, di spirito logico e del segreto che suscita i milioni di difensori a una causa. - E noi accenneremo successivamente dove e perchè mancassero; e come non s'intendessero nè i mezzi, nè l'intento d'una rivoluzione. Ai popoli si parla efficacemente in due modi: colla virtù dell'esempio, e colla utilità del fine proposto; trascinandoli coll'entusiasmo, o seducendoli coll'avvenire. - E parleremo in principio della mancanza di animo negli uomini che tennero il freno delle cose nostre, perchè l'animo è prima condizione del fare - perchè dove quello manchi o non sia deliberato abbastanza, è follia mettersi a grandi imprese - perchè il vero beneficio d'una rivoluzione deve affacciarsi al popolo con certezza fin dai primi giorni del moto, ma non può, generalmente parlando, svilupparsi che al secondo stadio della rivoluzione, quando essa è già santificata dalla vittoria. - A fare, conviene prima d'ogni altra cosa esser forti.
     
     
      III.
     
      Del difetto d'energia nei guidatori delle nostre rivoluzioni, degli errori che s'accumularono, della incertezza, delle contraddizioni ch'emergono ad ogni passo dalla storia dei fatti trascorsi, fu detto da molti. Un fremito d'ira generosa si levò nell'anime veramente Italiane al vedere, come per colpa dei pochi l'Italia cadde nel gemito della paura anzichè nel ruggito del lione ferito.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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