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      Chi non ha inebbriato l'anima di questa poesia - poesia d'azione, di vita, di moto in tutte le facoltà, libera, piena, potente - poesia del secolo - poesia i cui primi raggi incoronano la zolla che ricopre l'ossa di Koerner, i secondi strisciarono sul fucile del Klefta e posano sul sepolcro di Botzaris, i terzi scherzeranno, io lo spero, intorno al berretto del giovine italiano sui gioghi dell'Apennino? - Ma come oprare, come tradurre in azione questa poesia dell'anima, dove tutto è paura, dove si combatte colla diplomazia non coll'armi, dove ogni pensiero virile è maledetto col nome d'audacia, dove mancano ordini, norme, esempli, materiali di guerra, incoraggiamenti; dove finalmente gl'individui che rappresentano quel voto d'una nazione che aspira a ringiovanirsi lo rinegano al primo apparire d'una bajonetta nemica?
     
     
      VI.
     
      Uomini delle rivoluzioni passate! Che volevate voi dunque quando assumeste l'ufficio di guidare le moltitudini, di dirigere l'insurrezione a un intento? - Noi torniamo a questa dimanda perchè è la sola che ponga la questione nel vero aspetto; la sola, che stabilisca un criterio per giudicare del passato utilmente per l'avvenire. - Se il voto nazionale, popolare, imponeva una condotta interamente diversa da quella che voi teneste; se non avete fatto cosa alcuna per verificare, per condurre ad effetto quel voto - che volevate voi dunque? Qual era l'intento che v'animava? il simbolo che dirigeva i vostri atti? la credenza politica che recavate sul seggio rivoluzionario?


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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