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      L'uomo che avesse parlato queste parole, sarebbe stato l'eletto del popolo; quell'uomo avrebbe mutato forse le sorti italiane.
      Perchè chi può calcolare l'influenza d'un fatto generoso, d'una mossa rapida, d'un esempio virile davvero? Chi può calcolare le conseguenze d'una incursione nella Toscana? Chi può prevedere i risultati d'un assalto dato a Massa di Carrara, invocato - e il Governo Provvisorio modenese lo sa - da inviati della Liguria? - Forse il Piemonte sorgeva; forse gli Abruzzi tornavano alle prove antiche; forse, sedotto dalle nuove d'una resistenza ostinata ed eroica, il popolo francese trascinava i suoi governanti a partito più leale e più nobile. Ma dove nessuno ordinava la resistenza; dove il terrore sedeva nel consiglio, accanto ai ministri, sul seggio del Presidente; dove i governi rivoluzionarî capitolavano prima d'aver tratto un colpo solo di cannone; quali speranze potevano concepire le moltitudini e che slancio esigere nell'Italia? Quella capitolazione fu l'ultimo atto d'una carriera di codardie; pose il suggello alle colpe. Fu fatta quando la nuova del fatto di Rimini non era giunta ancora all'orecchio di chi segnava e tutte le forze - quali pur fossero - erano, nell'opinione del governo, intatte. Fu fatta, quando i poteri di chi segnava erano nulli, e la somma delle cose era rimessa nelle mani di tre uomini, atti a reggere l'impresa senza viltà. Fu fatta dietro un'esposizione incompleta e inesatta dei generali ARMANDI e BUSI: e i componenti il governo tremavano della non accettazione e mandavano agli inviati "d'adoperarsi POSSIBILMENTE affinchè fossero stipulate le convenzioni di salvezza che ognuno conosce: lasciando però al loro PRUDENTE arbitrio di adottare quelle deliberazioni che nella somma URGENZA delle cose credessero all'uopo opportune(75)" cioè, a chi ben vede d'arrendersi a discrezione, ove le condizioni proposte fossero rifiutate.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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