Quelli uomini ignorano il loro secolo, le rivoluzioni e il segreto che le perpetua. L'epoca degli individui s'č consumata con Napoleone. Dopo Napoleone e Lafayette non v'č regno di nomi possibile; forse Lafayette s'č inoltrato troppo nel secolo, per avere sul suo sepolcro la corona popolare com'ei l'ebbe vivendo. Oggi il culto s'č trasportato dagli uomini ai principī e i principī soli hanno potenza per sommovere le nazioni. Ai nomi il popolo č muto, nč una rivoluzione puņ sottrarsi al popolo senza fallire all'intento. Dove tutti gli elementi politici che stanno in una nazione non son calcolati e rappresentati in un mutamento, il tentativo morrą tra le mani(77) di chi cerca compierlo; ed oggi l'elemento popolare č comparso; il popolo ha inalzato la sua bandiera.
La sua bandiera č inalzata.
Un tempo, il popolo non vivea d'una vita propria, ma dell'altrui. Era elemento di civiltą, quindi di rivoluzione, ma come stromento che aspettava chi l'adoperasse; materia nella quale il genio spirava l'anima sua. Spento il genio ricadea nell'inerzia. Le moltitudini conculcate fremevano talora d'un fremito, che annunziava il bisogno di un miglioramento; ma quel fremito si consumava nell'impotenza dei moti isolati e non governati dalla mente che crea la vittoria. Bensģ, perchč la legge del progresso insisteva, sorgeva a tempo l'iniziatore: sorgeva un nome, Gracco, Mario, Spartaco, o altri - e il popolo si stringeva a quel nome, si cacciava sull'orme di quel rivelatore d'un dolore, d'un bisogno sociale; ma non durava attivo oltre l'interprete del suo pensiero e il pugnale patrizio uccideva Gracco e le pretese del popolo a un tempo: nč da quei rivolgimenti usciva forse vantaggio da uno in fuori, che il popolo s'esercitava all'azione.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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