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      Così vincerete. - In altro modo non avrete che la tristissima soddisfazione d'aver durato per alcun tempo una lotta, senza efficacia d'intento - la maledizione di tutti coloro che sperando nei vostri sforzi vedranno ricadere le cose a eguali sorti, o peggiori - poi, gli onori del patibolo, la vergogna della disfatta, e una parola di diffidenza mormorata dai vostri, sul vostro sepolcro.
      Noi italiani, più ch'altri, abbiamo bisogno d'avere le moltitudini con noi, perchè nessun popolo forse ha più ostacoli da superare - nè giova il dissimularli. - Abbiamo nemici al di dentro, pochi a dir vero, ma potenti di ordinamento, d'oro, e d'insidie. Abbiamo un esercito straniero, padrone di posizioni munite, di città primarie, di molte delle nostre fortezze, e superbo delle passate vittorie. Abbiamo le divisioni provinciali, che i molti secoli di sciagura comune hanno potuto logorare, ma non distruggere. Abbiamo, e questa è piaga mortale, la mancanza di fede in noi e nelle forze nostre, sicchè molti tra gl'italiani si stimano impotenti a fare e guardano oggi ancora allo straniero, come se dallo straniero potessero aver altro mai che nuove delusioni, nuovi ceppi, e nuovi tormenti. Abbiamo la inesperienza nell'arti di guerra, la innata diffidenza dei capi, e il perenne sospetto dei tradimenti, cresciuto in noi dagli eventi. E non pertanto a tutto questo porremo rimedio, se noi vorremo davvero. Non v'è ostacolo vero per ventisei milioni d'uomini che vogliano insorgere e combattere per la patria.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484