I pochi nemici dell'interno, potenti all'astuzie, ma vili - e abbiamo fatti - al pericolo, o sfumeranno davanti al nostro primo grido di guerra, o li conterremo col terrore. Vinceremo lo straniero colla unitā del moto, e con un genere di guerra insolita, forte di tutti i mezzi, diffusa su tutti i punti, varia, inesauribile, e tale che nč venti disfatte possono spegnerla, nč stagione od altro puō imporle tregua, nč truppa disciplinata e avvezza alla battaglia campale puō sostenerla gran tempo senza disordinarsi, senza sfiduciarsi, e perire. La scelta avveduta scemerā la diffidenza nei capi; e quanto ai tradimenti, č tradito chi vuole. Quando i capi sapranno d'avere la morte a fianco, e l'infamia alle spalle; quando la viltā sarā punita come la perfidia; e il libero linguaggio ch'or taluni riprovano, avrā tolto a' codardi e agl'infami la speranza di divorare il prezzo del tradimento nel silenzio comune, non tradiranno - o pochissimi. Ma per questo ci č forza avere le moltitudini; č forza, che il nostro vessillo sia vessillo di popolo; č forza presentarsi in campo colla maggiore potenza possibile; perchč abbiamo a compiere grandi cose, e soli tra i popoli, dalla Germania in fuori, abbiamo a conquistarci l'unitā, l'indipendenza, la libertā. Ora, noi dobbiamo vincere, e rapidamente. - Prima legge d'ogni rivoluzione č quella di NON CREARE LA NECESSITĀ D'UNA SECONDA RIVOLUZIONE.
III.
Ma per avere compagno all'opera le moltitudini, per suscitarle dalla inerzia che le occupa, quali vie s'affacciano al forte che tenti l'emancipazione della sua contrada?
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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Germania
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