- Il popolo ha fatto il callo al suo giogo; il servaggio ha stampato profondo il suo solco sulla fronte del popolo, e la polvere di cinque secoli posa sulla sua bandiera. Dov'è la voce così potente che valga a rompere il sonno ai giacenti da secoli, e dire efficacemente: levatevi? - Dov'è il soffio che possa sperdere quella polvere, e restituire la vivezza degli antichi colori al vecchio stendardo del popolo?
Il popolo? - Ah! Se voi non lo aveste chiamato mille volte a risorgere, e mille deluso; se egli fosse vergine di passato; se una santa parola non gli fosse troppo sovente suonata parola di derisione; se la libertà ch'egli vedeva scritta sulle vostre insegne, ch'egli udiva con ansia d'aspettazione suonare alto da' vostri seggi, nei vostri consessi, non fosse stata per lui come il frutto del lago Asfaltide, bei colori al di fuori, cenere dentro; se quando egli fidava salire d'un grado nella scala sociale, non avesse trovato una nuova aristocrazia al luogo della rovesciata, il privilegio dell'oro sottentrato a quello del sangue; se, quando egli sperava migliorare di condizione e togliersi di dosso i cenci della miseria, egli non avesse trovato i nomi soli mutati, non già le cose; s'egli non vi avesse udito teorici di pretesa, legislatori meschini, contendere d'una interpretazione di legge, d'una formalità politica, mentr'egli, il popolo, chiedeva pane e un diritto di rappresentanza; se finalmente egli avesse trovato in voi una scintilla dei grandi riformatori, la virtù del martirio per la fede che annunciavate, io vi direi: chiamatelo!
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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Asfaltide
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