- Non posiamo le basi dell'avvenire sopra illusioni. Le nazioni in oggi non si levano per una bandiera di guerra. Le nazioni non sorgono che per un principio. Gemono oppresse, immiserite, conculcate dalla tirannide, e contro alla tirannide si leveranno: ma la tirannide è tremenda, cittadina o straniera. A noi, potenti d'odio e d'amore, educati dagli studî, dai monumenti e dalle pagine storiche all'orgoglio della sventura, può stringere l'anima di più vergogna, e commoverla del fremito italiano, il sapere che chi ci opprime parla una parola non nostra, e che la sciabola, suonante oggi sulle tombe dei nostri padri è sciabola di straniero - ma le moltitudini intendono il grido di libertà più che quello d'indipendenza. Poi, l'assisa Austriaca splende abborrita agli occhi dell'Italiano di Lombardia, perchè le messi, gli uomini, l'oro lombardo trapassano nei granai, negli eserciti, nelle casse dell'Austria: ma gl'Italiani del Piemonte, del Genovesato, di Napoli, della Toscana, non sentono direttamente questo giogo sul collo. Il bastone di Metternich governa i tirannetti italiani; ma è segreto di gabinetto, e le moltitudini non s'addentrano nei gabinetti. Il pensiero del popolo erra fremente sulle piazze delle città, per le vie, nei tugurî, lungo i solchi delle campagne; non varca, - o di rado - oltre alle frontiere. Il barbaro per l'uomo del popolo è l'esattore, che gl'impone un tributo sulla luce ch'egli saluta, sull'aura ch'egli respira; il barbaro è il doganiere che gl'inceppa il traffico; il barbaro è l'uomo che viola, insultando, la sua libertà individuale; il barbaro è la spia, che lo veglia nei luoghi dov'ei tende obliare l'alta miseria che lo circonda!
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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