Il popolo, il popolo! - E quando noi cacceremo quel grido - quando agitandogli sugli occhi il suo vecchio stendardo repubblicano, noi ci slanceremo alla sua testa, e incontreremo le prime palle austriache, credete voi che il popolo non affronterà le seconde? Quando spiegheremo dinanzi a lui, come un programma dell'avvenire, la dichiarazione dei suoi diritti, la tavola dei vantaggi che le libere istituzioni gli frutteranno: quando gli diremo i primi, i più urgenti miglioramenti, e per sicurezza degli altri porremo le nostre teste, dicendogli: "tu devi esser libero, non tiranno: là è l'austriaco, l'unico ostacolo allo sviluppo ordinato e progressivo delle tue facoltà: per te e pe' tuoi figli libera il suolo de' padri tuoi; nel nome di Dio e della patria, sorgi e sii grande, terribile nella battaglia, moderato dopo la vittoria:" credete voi che il popolo contaminerà col delitto la sua solenne risurrezione, che il sangue fraterno consacrerà all'infamia i primi suoi passi, ch'egli vorrà far retrocedere, divorandola in germe, la rivoluzione? - Date al popolo il moto, e abbandonatelo a sè; le suggestioni de' suoi nemici, le abitudini del servaggio, gli eccitamenti della lunga miseria lo trarranno in braccio alla prima fazione che vorrà impadronirsene. Ma siate voi quella: non vi ritraete, non lo sfiduciate colla freddezza, non rifiutate guidarla per codarde paure, o vanità di virtù inoperose: mescolatevi con esso, assumetevi una influenza, una potenza di direzione, che, senza questo, cadrà in mani perverse: morite con esso, e il popolo vi seguirà come voi vorrete.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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Dio
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