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      Non cacceremo il guanto della guerra civile, noi primi: la sosterremo e la spegneremo virilmente, se una minorità, una frazione di venduti al potere o di fabbri di superstizioni, s'attenteranno di suscitarla colle insidie o colle congiure, perchè noi non vogliamo farci persecutori; ma nè essere delusi, trafficati, scherniti. Questo è il nostro simbolo - ed è strano dover dichiararlo, quando gridiamo: repubblica. Gli uomini, che meditano sulla politica, sanno che il terrore non è elemento inerente a governo alcuno; bensì rare volte necessità per ogni governo che vuol durare: per l'iniquo Miguele, per Francesco IV, come per la Convenzione di Francia. Sanno, che le cagioni del 93 nella Francia(82) erano, più che nella volontà di pochi individui, negli infiniti elementi di discordia interna, nelle insurrezioni della Vandea e dei dipartimenti, nelle trame segrete degli alleati, nelle ostilità aperte del patriziato o del sacerdozio: e che queste ragioni non saranno, dalle trame straniere in fuori, nè potenti, nè attive in Italia. Sanno che il reggimento repubblicano è il solo inteso dal popolo, che le moltitudini furono e saranno incerte davanti ai termini di bilancia politica, equilibrio dei tre poteri, lotta ordinata d'elementi legali, reggimento misto parlamentare, ecc., che la forma monarchico-costituzionale è forma transitoria, consunta - e che la repubblica sola può esistere in Italia, e conciliarsi colla unità."
     
     
      VI.
     
      Perchè - parliamo a quei che non intendono diritti, ma fatti soltanto - a chi fidare, nella ipotesi monarchico-costituzionale, la somma dei destini italiani, lo scettro unico, il volume unico delle costituzioni italiane, però che italiane vogliono essere?


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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