O Italiani, giovani miei fratelli! Se volete imprendere imprese generose, se avete in anima tentare il risorgimento davvero: associatevi le moltitudini. Non v'illudete. Siete pochi, e morrete. È bello il morire per la propria contrada, ma la vostra contrada vi grida: morite lasciandomi libera, perch'io possa onorare almeno i vostri cadaveri. Non v'illudete: santificatevi nell'entusiasmo e nella fede d'una missione, ma badate a non isolarvi nell'entusiasmo: badate a non pensare che tutto è fatto, quando i giovani, che si sono ispirati alle sciagure della patria, si sono stretti la mano, dicendo l'uno all'altro: a domani il banchetto di Leonida. - Siete pochi all'impresa: tanti da ergere un mucchio di spenti su cui si levi visibile all'Europa la vostra bandiera dell'Italia ringiovanita; ma chi la sosterrà quella bandiera, perchè sventoli per sempre sui vostri sepolcri? - Associatevi le moltitudini. Non temete il loro silenzio: quel riposo apparente cova un vulcano, che divorerà colla sua lava il barbaro e i fautori del barbaro. Ma stringetele colla famigliarità: destate in esse la fiducia: amatele, e mostratelo. Il tempo stringe - ed io guardo, e non veggo, che voi operiate abbastanza a meritarvi l'aiuto delle moltitudini nell'ora della lotta. - Perchè giacete? Io v'ho detta tanta parola di lode e di conforto, che posso mormorarvi un rimprovero, senza che voi m'incolpiate di poco amore. Perchè scrivete inezie e canzoni d'amore invece di rivolgere la letteratura al popolo, all'utile suo?
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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