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      E l'epoca dei governi misti, delle teoriche costituzionali, delle due camere, della bilancia dei poteri, dell'ecclettismo, delle federazioni. Ma il vero è semplice per essenza. Il genio è unitario. Quando i tempi non erano maturi, cercava l'unità nel dispotismo, oggi la cerca nella libertà, e nella creazione di vaste e grandi repubbliche.
      Quell'epoca d'incertezza pseudo-scientifica, d'errore rivestito del manto della sapienza, noi la subimmo - e la trapassammo. Fummo federalisti, e lo diciamo francamente, perchè crediamo che molti dei nostri concittadini abbiano corso quello stadio di gradazioni - perchè rivelando i dubbî che ci tennero incerti, intendiamo mostrare come il simbolo unitario, ch'or predichiamo e sosterremo energicamente, sia nostro non per ardore d'utopia giovanile, ma per lento e maturo convincimento - perchè vinto quel periodo di scetticismo, e superate le difficoltà che pareano attraversarsi, noi siam lieti della nostra credenza, e non corriamo oggimai pericolo di mutarla.
      Siamo unitarî - e staremo. Troppe cose si contengono in questo simbolo d'unità, troppi vincoli lo connettono alla libertà italiana, che noi cerchiamo, perchè da noi si possa scender più mai al pensiero gretto pauroso e funesto d'una federazione. Certo: noi non infameremo la contraria opinione, com'oggi - e forse a torto(89) - gli unitarî di Francia infamano gli uomini della Gironda. La libertà può fondarsi in una federazione come in uno Stato unitario: concepita anzi in siffatto modo, la questione è ridotta al nulla(90). Nessun ostacolo vieta alla libertà stabilirsi in un aggregato d'un milione d'uomini, quando è possibile stabilirla in uno di venti.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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