- Perchè non invoca anche gli schiavi che nelle repubbliche americane costituiscono il settimo della popolazione?
È tempo che la politica s'emancipi da cotesta tirannide degli esempî. È tempo che il secolo XIX tragga dalle proprie viscere, dai proprî elementi, dai proprî bisogni la politica che deve guidarlo. L'Italia del XIX secolo racchiude nel proprio seno le condizioni della sua futura esistenza, e le forze per raggiungerle. Guardiamo dunque all'Italia, non all'America o a Sparta. Non abbiamo noi intelletto nostro e basi di giudizio e fatti presenti, perchè si debba da noi statuire a criterio, a principio politico un esempio straniero, o spettante al passato? - Un fatto è il prodotto delle mille cagioni, dei mille fenomeni che s'incontrarono in un dato periodo, in un dato paese; e quei fenomeni e quelle cagioni s'incontreranno identici sempre, perchè s'abbia a volerne la conseguenza che ne fu tratta altrove? - I principî prevalgono ai fatti, perchè non dipendono da circostanze fortuite o singolari, ma dalla eterna ragion delle cose. Ogni nazione cova un principio che domina la sua storia, e ch'essa è chiamata a sviluppare o perire. Il principio nazionale tra noi vive occulto, come vogliono i tempi, ma non tanto che l'indole del secolo, degli abitanti, delle passioni, dei fatti concatenati che costituiscono la nostra storia, delle rivelazioni ch'emergono dalle lettere, dai bisogni e dai tentativi operati non lo esprimano a chi vuol rintracciarlo. Dissotterrate quel principio.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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