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      Vennero mute, ignote, senza nome, senza bandiera, fuorchè quella della distruzione; senza missione, fuorchè quella di ritemprare la razza antica ammollita e di portar seco i semi d'incivilimento caduti quasi a caso dall'albero, ch'esse tutte scesero a scuotere senza poterne svellere le radici. Si confusero tutte dopo un urto potente, si cancellarono insensibilmente senza che alcuna valesse a rimanersi dominatrice; senza che alcuna valesse a resistere all'azione dell'elemento italiano primitivo. Noi le vincemmo tutte. Quando anche gl'Italiani parevano materialmente soggiogati, il principio sopravviveva e conquistava tutti gli elementi che l'opprimevano. Eterno come il diritto romano che si mantenne frammezzo al rovesciarsi dei barbari, il principio italiano logorò poco a poco le razze Greche, Germaniche, Illiriche, Saracene. Uno spazio minore di un secolo ci valse ad assorbire la razza Gota: duecento anni a sottomettere i Longobardi. Vinti e vincitori si fusero in un solo popolo. Le risse si quetarono nella tomba. Nella grande unità romana si operò la fusione delle razze greco-latine: nella grande unità del Cattolicesimo, durante il dramma dell'Impero, quella delle razze settentrionali. - Oggi la missione individuale delle razze in Italia è compiuta. Da tre secoli in quella polvere ov'esse giacciono s'elabora la fusione ultima, decisiva, irrevocabile. Una grande pace si stende su quelle reliquie. Non la turbiamo. Possiamo noi dissotterrare l'ossa dei milioni, e dire a qual razza appartengano?


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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