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      E di questa lenta, ma sicura fusione, di questo segreto lavoro unitario, le tracce appajono più o meno evidenti nella nostra storia, dal secolo IX in cui incominciarono a sorgere i primi germi delle libertà cittadine sino al XII e XIII, nei quali quasi tutte le terre italiane si ressero spontaneamente e senza accordo fra loro a Comune, e da quei secoli in poi nel fermento intellettuale, che si manifestò quasi a un tempo per tutta la penisola, nel riavvicinamento progressivo dei costumi e delle abitudini, ch'oggi non sono più dissimili tra un Marchigiano e un Toscano di quello siano tra le famiglie Basche, Bretone, Normanne di Francia, e in quella continua lotta che fu combattuta ora aperta or celata fra il Papa e l'Impero, lotta il cui segreto è tutto nella ricerca dell'unità, intorno alla quale gli Italiani sentivano il bisogno di concentrarsi, e la travedevano or nell'uno or nell'altro vessillo.
      Noi qui non possiamo diffonderci nell'esame delle epoche storiche che additano questo vero. A siffatta indagine manca il tempo e mancano i libri. Scrivo errante di casa in casa, fuggendo la persecuzione della polizia francese federata colle italiane. Ma da qualunque s'addentri con occhio di filosofo nella nostra storia, verrà scoperta una idea generatrice, anima, vita delle nostre vicende, una tendenza continua all'unità, troppo poco osservata finora.
      E s'anche alcune reliquie delle antiche divisioni rimasero nell'Italia del XIX secolo, perchè, pur confessando che il tempo le va struggendo, ostinarsi a farne elemento degli ordini futuri italiani?


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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