La storia del nostro popolo contiene il segreto della storia d'Italia e del nostro avvenire e avrebbe rivelato ai nostri scrittori e agli uomini politici che in Europa s'affaccendarono intorno alle cose nostre il fine ineluttabile, verso il quale tutte le vicende spingevano la gente italica. Ma chi fra gli storici d'Italia tentò rintracciare e descrivere la vita del nostro popolo? Machiavelli stesso fallì, fra i nostri, all'impresa, nè ci verrebbe fatto desumere dalle sue pagine le condizioni relative del popolo ch'ei descrisse paragonate a quelle del periodo anteriore. A Sismondi, unico che meriti nome tra gli storici stranieri di cose nostre, non valsero le tendenze democratiche nè i lunghi pazienti studî: ei tessè più ch'altro la storia delle fazioni, delle ambizioni, delle virtù e dei vizî delle famiglie illustri d'Italia, senza indovinare il lavoro di fusione - intravveduto ma accennato appena a rapidi tocchi da Romagnosi - che si compiva tacito senza interruzione nelle viscere del paese. Però, l'animo profondamente italiano di Machiavelli proruppe in un grido d'Unità, ma senza speranza fuorchè dalla dittatura d'un principe; Sismondi, non italiano, si rassegnò disanimato a una impossibilità che non era se non apparente, e scritta l'ultima pagina della sua storia, dichiarò utopia l'Unità. "Come mai in una contrada dove ogni pubblica discussione è oggi vietata, dov'è chiusa la via a ogni pubblica celebrità, l'elezione popolare sceglierebbe gli uomini ai quali dovrebbe essere affidata la sovranità? Come sperare che i cittadini del più grande numero dei piccoli Stati italiani si rassegnino a sceglierli, se pur deve ottenersi una maggioranza reale, fra i cittadini d'altri piccoli Stati, dov'essi non vedono che stranieri e rivali?
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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