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      Come possono i fautori dell'Unitā ideare che le gare e le diffidenze esistenti fra tanti Stati indipendenti siano dimenticate, non solamente da pochi pensatori dominati dall'entusiasmo, ma dalla moltitudine alla quale i proprî ricordi, gli affetti, i pregiudizî parlano pių eloquenti che non i loro freddi ragionamenti? E come non prevedono che tutte le antipatie locali riarderebbero irresistibili appena una legislazione generale tenterebbe decidere intorno a questioni giudicate diversamente dalle varie popolazioni italiane?(101)." I plebisciti del 1860 e le elezioni che dall'estrema Sicilia rintracciarono, nell'anno in cui scrivo, parecchi tra i rappresentanti nell'estremo nord, hanno sciolto il nodo. Ma nč storici letterati, nč cospiratori da noi in fuori, nč i chiamati a dirigere le insurrezioni, nč i viaggiatori dilettanti scendenti in Italia a contemplarvi dipinti antichi e imbeversi di melodie, nč i poeti ai quali una scintilla di vita in Italia avrebbe rapito la bella imagine d'una Nazione scesa nel sepolcro per sempre, sospettavano trenta o quaranta anni addietro il fatto generatore d'ogni nostro progresso che il popolo d'Italia s'era a poco a poco sostituito a tutti elementi parziali, soggiogando, assorbendo ogni influenza di razza e di casta. Or dove il popolo d'una nazione siede elemento dominatore, l'Unitā - purchč la Libertā abbia tempio inviolabile nel Comune - č certa, infallibile. Le aristocrazie sole mantengono lo smembramento, come quelle che pių facilmente primeggiano in zone anguste, sulle quali la tradizione avita splende di luce potente e l'autoritā dei possedimenti s'ese


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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