Dimenticarono la singolare unità colla quale parecchi anni prima del 1789, furono predicate e tentate riforme simili ovunque, per tutte le parti della Penisola. Dimenticarono l'unità di governo, di legislazione, di commercio che strinse in uno, sul cominciare del secolo e senza che un solo germe d'interna discordia apparisse, quasi otto milioni d'italiani del Veneto, della Lombardia, delle provincie Romane. Dimenticarono l'entusiasmo col quale i popolani di Genova, nemici apparentemente irreconciliabili al Piemonte pochi dì prima, versavano fiori nel 1821 sui militi piemontesi che accennavano movere contro gli Austriaci - il grido potente d'ITALIA frainteso dieci anni dopo dai miseri Governi provvisori del Centro, ma unanime tra i popoli insorti - l'ardente apostolato Unitario delle nostre associazioni segrete negli anni che seguirono - il sangue versato da martiri di tutte provincie d'Italia in nome della Patria comune - e segnatamente il principio: che un Popolo non more nè s'arresta mai sulla via prima d'avere raggiunto l'intento storico supremo della propria vita, prima d'aver compita la propria missione. Or la Missione Nazionale d'Italia era additata dalla geografia, dalla lingua, dalle aspirazioni profetiche dei nostri Grandi d'intelletto e di core, e da tutta una splendida tradizione storica che potea facilmente disotterrarsi sol che dai fatti delle aristocrazie o dalle azioni degli individui si scendesse a studiare la vita del nostro popolo. La Nazione, dicevano, non ha esistito mai: non può dunque esistere.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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