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      La Nazione, noi dicevamo dall'alto della sintesi dominatrice, non ha esistito finora, esisterà dunque nell'avvenire. Un popolo chiamato a compiere grandi cose a benefizio dell'umanità deve un dì o l'altro costituirsi in Unità di Nazione.
      E il nostro popolo s'avviò lentamente d'epoca in epoca verso quel fine. Soltanto, la storia del nostro popolo o della nostra Nazionalità ch'è una cosa con esso, non fu, come dissi, scritta finora. A me pesa più assai che non posso esprimere di dover portare inadempito alla sepoltura il desiderio lungamente accarezzato di tentarla a mio modo. Ma chi vorrà e saprà scriverla senza affogare i punti salienti del progresso italiano sotto la moltitudine dei minuti particolari, e sorvolando di periodo in periodo lo sviluppo collettivo dell'elemento italiano, darà base fermissima di tradizione all'Unità della Patria; e sarà la sua ricompensa. Dimostrata cogli antichi ricordi, coi vestigi delle religioni, e colle recenti ricerche etnografiche, l'indipendenza assoluta del nostro incivilimento primitivo dall'Ellènico posteriore d'assai, lo scrittore torrà le mosse, per additare i primordi della nostra Nazionalità, dalle tribù Sabelliche le quali collocate, come più sopra accennai, intorno all'antica Amiterno, assunsero prime, congiunte agli Osci, ai Siculi, agli Umbri, il sacro nome d'Italia, e iniziando la fusione degli elementi diversi sparsi sulla Penisola, mossero a configgere la loro lancia, simbolo d'autorità, nella valle del Tebro, nella Campania e più oltre.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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