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      E so che la Confederazione è disegno e consiglio insistente di tale che molti fra i nostri reputano tuttavia amico e protettore della Causa Italiana; ma so pure ch'egli è straniero, perfido e despota; e se gli Italiani gli prestassero orecchio sarebbero a un tempo colpevoli e stolti. Ch'ei cerchi costituirci deboli per dominarci, è facile intenderlo; ma il fatto stesso del suggerimento sceso da tale sorgente dovrebb'essere per noi uno de' più potenti argomenti a respingerlo. Dopo lungo e severo esame delle interne condizioni d'Italia, il Genio che fu capo alla stirpe proferiva dalla terra d'espiazione la seguente sentenza: L'Italia è circondata dall'Alpi e dal Mare. I suoi limiti naturali sono determinati con tanta esattezza che la diresti un'isola... L'Italia non ha che centocinquanta leghe di frontiera col continente Europeo e quelle centocinquanta leghe sono fortificate dalla più alta barriera che possa opporsi agli uomini... L'Italia isolata fra i suoi limiti naturali... è chiamata a formare una grande e potente nazione... L'Italia è una sola nazione; l'unità di costumi, di lingua, di letteratura deve in un avvenire più o meno lontano riunire i suoi abitanti sotto un solo governo... E Roma è, senz'alcun dubbio, la Capitale che gli Italiani sceglieranno alla patria loro(105). Pongano i vostri Ministri, o Italiani, a capo dei loro dispacci al nipote le linee or citate, e gli dicano recisamente di non frapporsi fra l'Italia e la sua missione.
      Missione ho detto; e in quella parola sta infatti la decisione suprema della quistione agitata.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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