È tempo che la scienza politica rompa in Italia il cerchio d'opportunità menzognere, di concessioni codarde agli interessi d'un giorno, e di sommessioni abbiette a calcoli di gente non nostra, che l'iniziativa monarchica imperiale ha segnato d'intorno a noi, e si sollevi all'altezza dei sommi principî morali, senza i quali non è virtù rigeneratrice nè vita gloriosa e durevole di nazione. Io venero quant'altri l'alto intelletto di Machiavelli e più ch'altri forse l'immenso amore all'Italia che solo scaldava di vita quella grande anima stanca, addolorata di sè stessa e d'altrui; ma voler cercare nelle pagine ch'egli dettò sulla bara dove padroni stranieri e papi fornicanti con essi e principi vassalli bastardi di papi o di re avevano inchiodato l'Italia, la legge di vita d'un popolo che sorge è mal vezzo di scimmie e di meschini copisti per impotenza propria, del quale i nostri giovani dovrebbero oggimai vergognare. Noi da Machiavelli possiamo imparare a conoscere i tristi, e quali siano le loro arti e come si sventino e per quali vie, corrotti e inserviliti, muojano i popoli; non come si ribattezzino a nuova vita. E si ribattezzano, calcando risolutamente una via contraria a quella sulla quale s'innestarono ad essi i germi di morte, con un culto severo della Morale, coll'adorazione a una grande Idea, coll'affermazione potente del Diritto e del Vero, col disprezzo degli espedienti, coll'intelletto del vincolo che annoda in un moto religioso, sociale, politico, con un senso profondo del Dovere e d'una alta missione da compiersi: missione che esiste veramente dovunque un popolo è chiamato ad essere Nazione, e l'oblìo della quale trascina inevitabilmente, quasi espiazione dell'egoismo e della sterile vita, decadimento, invasioni e dominazione straniera.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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