E questo ch'è vero generalmente in principio e vero più che altrove nel fatto in Italia. L'esistenza prolungata d'una potente e compatta aristocrazia feudale generò in alcune nazioni un elemento di tradizione storica provinciale destinato a perire, ma lentamente. Tra noi quell'elemento mancò. L'Italia ebbe patrizî, non Patriziato: individui e famiglie signorili potenti, non un Ordine d'uomini rappresentanti per secoli, come in Inghilterra, una comunione d'idee, di politica, di direzione. La nostra storia è storia di comuni e d'una tendenza a formare la Nazione.
E la Nazione è chiamata a rappresentare la Tradizione Italiana che essa sola può conservare e continuare, e il Progresso Italiano ch'essa sola è potente a tradurre in atto. Lo Stato, il Popolo collettivo dall'Alpi al Mare non è, come la scuola materialista vorrebbe, la forza di tutti in appoggio del diritto di ciascuno: è il pensiero d'Italia, il Dovere sociale, come in una epoca determinata gli Italiani lo intendono, dato a norma, a punto di mossa a ciascun individuo. La sua missione è missione educatrice anzi tutto; missione d'incivilimento interno ed esterno, supremo su tutte frazioni.
Ma il compimento della missione, del Dovere Nazionale spetta, non a schiavi, bensì a uomini liberi. È necessario che ciascuno abbia coscienza del Dovere indicatogli; ed è necessario, perchè il grado di Progresso compito in un'epoca e definito dalla Nazione non chiuda, tiranneggiando, il varco ai progressi futuri, che a ciascuno non solamente sia concesso, ma s'agevoli il diritto d'iniziativa nelle idee che possono migliorare l'incivilimento della Nazione e ampliare il concetto del dovere da essa raggiunto.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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