Si č quindi indietreggiato; una sola probabilitą di morte ha avuto maggior peso che non mille probabilitą di successo. S'č detto: I nostri diritti sono una buona cosa, e ci sarebbe caro il conseguirli: ma il primo di tutti č il diritto di vivere. L'interesse della vita č superiore a tutti gli altri interessi materiali possibili; li racchiude tutti; li vince tutti. Senza vita, non possono esservi nč diritti, nč benessere, nč ricchezza, nč miglioramento materiale. Perchč dovremmo arrischiare la vita per cosa incerta? Dove ne sarebbe il compenso? - Questo fu detto; e non volendo uscire dalla cerchia del calcolo materiale, noi diciamo che ciņ č logico. Due terzi almeno delle rivoluzioni dei Popoli riescono a vantaggio della generazione che deve succedere a quella che le compie. Quest'ultima č quasi sempre condannata a segnare alla seguente coi suoi cadaveri la via del progresso. Essa stessa non puņ goderne. - Ora, per quale teoria d'interessi materiali, per quale dimostrazione di diritti individuali, potremmo noi dedurre una legge di(114) sacrificio, una legge di martirio, se il martirio č la meta che ci attende? - Analizzate confrontate frase per frase tutte le dottrine degli utilitarī; non riuscirete mai a fare armonizzare con esse il sacrificio che uccide. Per qualunque Popolo, che non abbia altro stimolo che quello degl'interessi materiali, il martirio č atto di follia; Cristo non ha pił alcun significato nella vita dell'intelletto.
In quanto a noi, affermiamo non esservi stata una sola grande Rivoluzione che non abbia avuto ben altra sorgente da quella degl'interessi materiali; sappiamo di sommosse, di insurrezioni popolari, ma non d'alcuna fra queste che sia stata coronata dal successo, non d'una che si sia mutata in Rivoluzione.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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