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      E così via via. Per natura loro, i principî, che taluni relegano tra le cose astratte, sono sì poco separati dagli interessi materiali e da ciò che chiamano fatto economico, che ne trascinano il trionfo pratico siccome conseguenza inevitabile. La loro sfera li comprende, li abbraccia tutti. Ma ogni progresso materiale è risultato infallibile d'ogni progresso morale. Invece di logorare le forze in una guerra minuta, cercando conquistare gli interessi ad uno ad uno e sempre senza certezza di stabilità, noi tentiamo di risalire alla sorgente comune e stabilirci trionfatori nel centro della contesa. Gli effetti di questo lavoro possono parere più lenti; ma sono più certi e soli durevoli. L'opera di fede, l'opera morale, si compie, come il moto dell'ago sull'orologio, insensibilmente; ma spetta ad essa soltanto d'indicare le ore solenni delle Nazioni.
      Un Giornale non è un lavoro di legislazione: non opera se non a gradi. Un Giornale non ricopre i poveri seminudi, non dà pane agli affamati: predica, insiste perchè si faccia. Or come operare sull'anima di chi legge? Come convincere non solamente dell'esistenza del male ma della necessità di porvi rimedio? Come comunicare al lettore lo spirito d'attività, la forza di sagrificio necessaria per superare gli ostacoli? Un Giornale è, generalmente parlando, scritto per le classi agiate; e queste classi, confortate di prosperità, non hanno l'esperienza dei patimenti, delle privazioni: esse vedono talora i mali del povero, ma s'avvezzano facilmente a considerarli(115) come una triste necessità sociale, o lasciano la cura di rimediarvi alle generazioni future.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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