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      Hanno sentito, viaggiando e trovandosi a fronte d'uomini che ripetono con orgoglio: siamo Francesi, siamo Inglesi, la vergogna del non poter dire: siamo Italiani, senza correre il rischio d'udirsi replicare: mentite; non esiste un'Italia? E se pure hanno sentito talora questa vergogna, non hanno sentito nello stesso tempo un istinto, una voce interna, che dicea loro: bisognerebbe operare a cancellarla, a levarsi questa macchia di sulla fronte, a farsi cittadini d'una nazione, a conquistarsi una patria? E se udirono quella voce, perchè non hanno operato, perchè non operano oggi con noi a seconda? Perchè invece di tentare di crearsi una patria e un nome, lavorano a conquistare miglioramenti a popoli che hanno patria e nome e bandiera e unità nazionale? a popoli che non hanno bisogno di pochi individui stranieri per progredire quando che sia, mentre l'Italia, senza unità, senza stampa, senza rappresentanza, ha bisogno di tutti i suoi figli? Operai italiani! sta bene d'ajutare, occorrendo, il vicino; ma prima di dar opera a perfezionare la casa altrui, non dovreste voi lavorare a inalzarne una pei vostri figli e per voi?
      La causa del Popolo è una. La santa parola Umanità sta scritta in cima al nostro foglio come nel nostro cuore. Ma v'è un'altra santa parola, la Patria, che noi non possiamo dimenticar senza colpa. La Patria è la nostra casa: la casa che Dio ci ha data, ponendovi dentro una numerosa famiglia, che ci ama e che noi amiamo naturalmente, colla quale noi possiamo intenderci meglio e più rapidamente che non con altri, e che per la concentrazione sopra un dato terreno e per la natura omogenea degli elementi ch'essa possiede è chiamata a un genere speciale d'azione.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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