Venne in ajuto, come cifra numerica aggiunta alla lotta, non come elemento dello Stato, a classi che erano col fatto ordinate da secoli, e considerate da secoli come elementi della società. Accettò quindi necessariamente il loro programma, non diede il suo. S'anche, avvedendosi che i diritti politici senz'altro non gli fruttavano, egli avesse, il dì dopo aver combattuto, esposto i proprî bisogni, era tardi: voce non collettiva ma d'individui, il rumore che menavano le classi ordinate istigatrici del movimento doveva disperderla, e la disperse. Perchè accusarne unicamente gli uomini di quelle classi? Perchè pretendere dalla natura umana come anch'oggi è, che insoddisfatta del presente, ricerchi i bisogni non espressi dell'avvenire?
La questione dell'ordinamento speciale degli operai italiani si riduce a questa: hanno o non hanno gli operai bisogni speciali ch'esigono provvedimento?
Gli operai - giova ripetere codeste cose - lavorano troppe ore della giornata, perchè non ne patisca la loro salute e perchè non vi sia per essi impossibilità assoluta d'educare, come conviensi ad ogni umana creatura, l'intelletto e l'anima loro. Gli operai sono generalmente troppo mal retribuiti perch'essi possano schermirsi, coi risparmî, dalla miseria per sè e per le loro famiglie ne' tempi di crisi, e dall'ospedale o dal workhouse nella vecchiaja. Gli operai sono lasciati senza riparo, dacchè le coalizioni, anche negli Stati mezzo-liberi, sono punite, all'arbitrio di chi li impiega e alle diminuzioni dei salari, provocate dagli effetti della concorrenza crescente.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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Stato Stati
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