E da quel fermento che poteva, tanto era energico e unanime, esser cominciamento dell'impresa italiana, e che, per errori e colpe da non discutersi qui, non fruttò se non morti, prigioni ed esiglio ai migliori, i Bandiera avevano tratto speranze e ardire come di chi sente vicini i tempi. Tra gl'indizî, emergenti dalla banda dei Muratori, d'un miglioramento nell'opinione circa i modi da tenersi nella guerra d'insurrezione, la risse continue fra popolani e pontificî nelle città di Romagna, e i rumori insistenti di moto imminente nell'Italia meridionale, essi, scesi a contatto con taluni fra gl'influenti, alle proposte d'azione, alcune importanti davvero e facilmente verificabili con pochi mezzi, ebbero risposta funesta di promesse per un tempo vicino, poi di dilazioni e illusioni senza fine fondate su piani vasti e ineseguibili: i pochi, meschinissimi ajuti in danaro negati. Cercavano l'entusiasmo che, raccolti una volta gli elementi a fare, è il più alto calcolo delle insurrezioni, e trovavano diplomazia: cercavano la lava ardente d'anime vulcanizzate e trovavano rigagnoletti d'acque tiepide volgenti a palude: il Fiat onnipotente di fede e di volontà, e udivano vocine di eunuchi susurranti computi d'aritmetica e di paura. Cominciava per essi quella trista esperienza che travolge tante nobili anime allo scetticismo, e che essi troncarono in un subito col martirio.
Di queste delusioni, sia per altezza d'animo, sia perch'ei temesse di ferire uomini che potevano essermi amici, Attilio tacque sempre con me.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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