Sapendo pur troppo per dolorose sciagure italiane che i sospetti son tatto presso un governo come l'austriaco e presso i suoi servitori, potei facilmente supporre le conseguenze che mi avrebbero atteso. Nondimeno un pensiero mi balenò puranco di pietosa amicizia da vostra parte, che Italiano qual siete, di nascimento almeno, abbiate voi stesso colle vostre asprezze voluto darmi un avviso a salvamento, e se ciò fosse, ve ne sono riconoscente. Ma qualunque sia l'intenzione che vi ha diretto, la prevenzione mi ha valso. Quando vi giungerà questa lettera, io sarò già lontano; e però facendo voti per la mia patria, perchè presto possa presentarsi l'occasione, a voi di smentire le fallaci apparenze che, come Italiano, vi disonorano, a me di provare col fatto la verità di quei generosi sentimenti che finora in faccia a voi sono un delitto, ho creduto del mio decoro lasciare queste spiegazioni nell'atto di risolvermi al presente solenne passo della mia vita. - DOMENICO MORO. - "
Intanto i malumori in Italia erano più vivi che mai. Il fermento sopito verso la fine del 1843, s'era nel 1844 risvegliato più minaccioso, e dal centro s'era steso al mezzogiorno della penisola. In Calabria, una sommossa armata, tentata e repressa a Cosenza, avea lasciato gli spiriti eccitati e vogliosi di ritentare. La Sicilia, paese sistematicamente angariato da ogni sorta di vessazioni e d'espilazioni, fremeva rivolta, e, popolata di gente più avvezza all'opre che alle parole, l'avrebbe osata, se in una città, che dava, sei secoli addietro, ben altri esempî alle città sorelle, i temporeggiatori non avessero trovato centro e influenza predominante su tutta l'isola.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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