Noi siamo martiri della causa d'Italia, ma il nostro patire prepara alla patria giorni di libertà e di trionfo. Chi ingiustamente ora ci opprime sarà alla sua volta oppresso, e gli Italiani vincitori sapranno usare con magnanimità della riportata vittoria. Intanto, io parto per la Spagna; combatterò anche una volta per la causa della libertà, e se il destino mi è propizio, metterò a profitto d'Italia le cognizioni che avrò acquistate. Voi, miei figli, dirizzate sulle mie tracce i vostri passi; fate ch'io abbia almeno il conforto di sapere che lascio in voi degli imitatori, e che l'Italia potrà calcolare su voi come su di me." - Questa lettera non fu mai, ch'io mi sappia, ricapitata; ma in novembre egli partì per la Spagna, dove, raccomandato dal maresciallo Maison, ministro della guerra in Francia, e dal generale d'Harispe, ottenne d'entrare col grado di tenente in un battaglione dei tiratori di Navarra. Dai documenti officiali ch'egli, partendo, lasciò in mie mani, io potrei desumere la lista dei molti fatti d'armi contro i guerilleros carlisti nei quali ei meritò da' suoi capi menzione onorevole; ma nol farò, e basterà il dire ch'egli nel giugno 1837 fu inalzato al grado di capitano, ottenne, nell'aprile 1841, per le vittorie riportate l'anno innanzi contro il ribelle Balmaseda, la croce di San Fernando, e fu promosso, il 30 giugno 1843, al grado di comandante di fanteria. E non molto dopo, quando udì ravvivarsi le speranze italiane, lasciò la Spagna, e venne al solito ad offrirsi volontario per la causa della nazione.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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