Non temete d'eccessi da parte del popolo gittato una volta su quella via: il popolo non commette eccessi se non quando è lasciato agli impulsi proprî senza una guida ch'ei veneri. Non v'arretrate davanti all'idea d'essere cagione di guerra. La guerra esiste dappertutto: aperta o latente, ma vicina a prorompere e inevitabile.
Nè, beatissimo padre, io v'indirizzo queste parole, perch'io dubiti menomamente dei nostri destini, perchè io vi creda mezzo unico, indispensabile all'impresa. L'unità italiana è cosa di Dio: parte di disegno provvidenziale e voto di tutti, anche di quei che vi si mostrano più soddisfatti dei miglioramenti locali e che, meno sinceri di me, disegnano farne mezzo di raggiunger l'intento. Si compierà con voi o senza di voi. Ma ve lo indirizzo perchè vi credo degno d'essere iniziatore del vostro concetto; perchè il vostro porvi a capo dell'impresa abbrevierebbe di molto le vie, e diminuirebbe i pericoli, i danni, il sangue che si verserà nella lotta; perchè con voi questa lotta assumerebbe aspetto religioso e ci libererebbe da molti rischi di reazioni e colpe civili; perchè s'otterrebbe a un tempo, sotto la vostra bandiera, un risultato politico e un risultato immenso morale; perchè il rinascimento d'Italia, sotto l'egida d'una idea religiosa, d'uno stendardo non di diritti ma di doveri, lascierebbe addietro tutte le rivoluzioni de' paesi stranieri e porrebbe immediatamente l'Italia a capo del progresso europeo; perchè sta nelle mani vostre il poter fare che questi due termini Dio e il Popolo, troppo spesso e fatalmente disgiunti, sorgano a un tratto in bella e santa armonia, a dirigere le sorti delle nazioni.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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