E Dio e il popolo creavano Pio IX; e l'insurrezione di Sicilia conquistava libertą di Statuti a tutta l'Italia: e le barricate di Milano scioglievano, senza il beneplacito dell'Oriente, la questione d'indipendenza. Ah! ben altri segreti di forza e d'azione fremono nel core di questo popolo che non i calcolati dagli uomini del possibile e delle cinque Italie!
Ma intanto, e mentre noi tutti discuteremo fraternamente sui mezzi, sulle vie da scegliersi, esiste una sfera superiore alla quale č necessario che la stampa periodica s'inalzi, o, ripetiamo, rinneghi ogni potenza d'iniziativa. Il problema che s'agita č problema d'educazione; gli scrittori politici hanno ad essere educatori, e un giornale deve essere un atto di sacerdozio, un'opera d'apostolato. Noi non combattiamo solamente per l'impianto d'un sistema o d'un altro: combattiamo perchč gli uomini, e gl'Italiani, segnatamente, migliorino, perchč imparino pił sempre ad amarsi, perchč vie meglio corrispondano, facendo sempre pił potente e diffondendo al maggior numero possibile l'associazione, il patto fra gli eguali, al disegno della provvidenza; perchč crescano in intelletto, in attivitą progressiva verso il fine che Dio prefisse all'umanitą. Le istituzioni che noi cerchiamo son mezzi d'educazione, non altro. E questa educazione morale che le istituzioni, quando che sia, compieranno, noi possiamo e dobbiamo iniziarla fin d'ora. Noi dobbiamo rannodare cielo e terra; religione e politica. Dalla sfera secondaria nella quale le ricerche e le discussioni sfumano pur troppo sovente in querele di partiti avidi del trionfo d'un giorno, dobbiamo salire, quante pił volte possiamo e perch'altri vi salga con noi, alla pił sublime, dove vivono e s'inculcano la fede in Dio, nell'umanitą e nella patria; la soggezione alla legge morale che guida i fati del mondo; la riverenza al popolo, non perchč forte di cifra potente inevitabile, ma perchč riassumendo in sč tutte quante le facoltą di religione, di politica, d'industria e di arte largite all'umana natura ma disperse sugli individui, e solo interprete progressivo di questa legge: alla sfera insomma dei principī, comunque immediata o remota possa esserne l'applicazione.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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