L'Italia è oggi in uno di questi momenti.
Il fermento è universale in Italia; ma senza intento determinato, senza unità di credenza intorno alla via da tenersi, prorompe in sommosse senza nome e senza frutto, non promove di un passo la causa della nazione. L'accordo tra governi e governati è cessato; ma il principio intorno a cui i governati devono raccogliersi non è francamente, apertamente bandito. Il popolo, ove durasse anche per poco in sì fatto stato, cadrebbe rapidamente dall'anarchia morale in una diffidenza profonda di cose e d'uomini, e da quella nel sonno d'inerzia onde esciva poc'anzi. E quel sonno, per un popolo che viaggia in cerca di nuovi destini, è la morte: il sonno del viandante tra le nevi dell'Alpi, al quale è mal fido amico chi non lo scuote e non gli grida all'orecchio: Cammina innanzi o perisci.
II.
Cammina innanzi o perisci! È tempo di dire al popolo, a una gioventù buona ma traviata pur troppo dai faccendieri politici, tutta e nuda la verità. Da due anni s'è speso in Italia oro, entusiasmo, sangue, tanto quanto basterebbe a crear due nazioni, non una; e ci troviamo a un dipresso là d'onde partimmo. Il grido di patria, libertà, indipendenza, suonò da un capo all'altro della terra italiana: grido, ruggito di moltitudini potenti, volenti, non di pochi devoti al martirio. In Sicilia, in Bologna, nelle città lombarde, in Venezia, il popolo imparò subitamente, sotto l'impulso d'una grande idea, a combattere, a vincere, a disfare eserciti. Bandita dal popolo la guerra all'Austria, cinque giorni videro ridotti in tre fortezze i dominî dello straniero; videro nostro il Lombardo-Veneto; videro la bandiera tricolore italiana sventolare, acclamata, fin nel Tirolo.
| |
Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
|
|
Italia Italia Alpi Cammina Italia Sicilia Bologna Venezia Austria Lombardo-Veneto Tirolo
|