I repubblicani, anche quei tra loro che s'erano subito dopo l'insurrezione costituiti in associazione, fino al 12 maggio tacevano. Il 13 protestarono dignitosi dichiarando a ogni modo non volersi fare promotori di risse civili; poi disperando per allora d'ogni rimedio e convinti che bisognava lasciare si consumasse l'esperimento, si contentavano di registrare nell'Italia del Popolo le promesse tradite e i vaticinî dell'imminente futuro di linea in linea avverati. La è storia questa che nè calunnia di giornalisti, nè altro, potrà cancellare.
E la Lombardia era nuovamente serva. Gli Austriaci passeggiavano le vie di Milano. Il re di Napoli s'era rifatto tiranno; Pio IX, papa non dell'avvenire, ma del passato. Carlo Alberto mendicava alla Francia ajuti che non potevano ottenere, all'Austria armistizî disonorevoli e peggio. Il sogno dei moderati sfumava: il regno dell'alta Italia moriva nella nullità dei portafogli della consulta. Scusate le ciarle.
XII.
Il concettuccio dell'Italia del nord, anti-italiano perchè violando l'indivisibilità della sacra bandiera italiana, e sopprimendo l'ipotesi dell'unità, pregiudicava coi voti d'una frazione questioni che spettano all'intera nazione: - meschino perchè a fronte d'un fermento provvidenzialmente universale dall'Alpi al mar di Sicilia, non mirava che a ordinare una parte e all'impianto d'una specie di Prussia italiana: - impolitico perchè creava sospetti e ripugnanze insormontabili nella Francia senza creare tanta forza che bastasse a non darsene cura: - illiberale perchè fidava lo sviluppo della giovine vita lombarda e d'una civiltà stampata di democrazia all'aristocrazia torinese: - stolto, perchè, mentre si voleva contro l'Austria una guerra di principî, esigeva che tutti ajutassero l'ingrandimento d'un solo e spargessero sangue e tesori per inalzare un trono destinato, come gli uomini del partito dicevano, a dominarli e rovinarli tutti un dì o l'altro!
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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