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      E nello scritto intitolato Nè apostati nè ribelli, non solo ribatte la calunnia che i repubblicani abbiano cercato di attraversare i disegni del Garibaldi, ma rivendica al partito d'insurrezione tutte le iniziative d'unità nazionale.
      Consegnato a Vittorio Emanuele il regno delle Due Sicilie e ottenutone in compenso la più nera ingratitudine(163)), il Garibaldi salpò povero e solo da Napoli per Caprera, dopo aver fissato col Mazzini di fondare il giornale quotidiano l'Italia del Popolo e di promuovere una sottoscrizione a favore di Venezia e di Roma.
      Ed anche il gran Genovese partì da Napoli con l'anima in pianto, e riprese la via dell'esilio; ma, sempre tenace ne' suoi generosi propositi, tutto si dette a ordinare il lavoro che doveva redimer Roma e Venezia; ed a vantaggio delle due oppresse provincie usò d'ogni onesto accorgimento, non escluso quello dell'azione parlamentare; tanto che il Saffi ed altri di parte repubblicana, da lui non dissuasi, si risolsero d'accettare il mandato di rappresentanti della Nazione in Parlamento Egli però non ci volle entrare mai, sebbene per tre volte consecutive eletto, sui primi del '66, dai cittadini di Messina con plauso e commozione del non immemore popolo d'Italia. Il quale avvenimento giova ricordare ad onore dell'eroica città, che protestava con quel nome contro la subdola e servile politica d'allora, ed a severa rampogna verso la maggioranza parlamentare, che per ben due volte annullò quella elezione, invocando, senza rossore, la sentenza della Corte d'appello di Genova del 20 ottobre 1858.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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