Il programma del Mazzini per la redenzione del Veneto e dello Stato Romano era riassunto in queste parole: A Roma per la via di Venezia; chè egli per l'azione nelle provincie venete contro l'Austria faceva molto assegnamento sull'Ungheria, sulla Polonia e sulle altre popolazioni slave gementi tutte e frementi sotto il bastone austriaco(164)). E mentre con siffatto intendimento attendeva a preparare armi e danaro, cercava anche di mantener viva la protesta morale contro la occupazione francese in Roma; nè solo in Italia, ma in Inghilterra e nella Francia stessa. D'onde le Petizioni - proposte e scritte da lui medesimo - al Parlamento Italiano, alla Camera dei Comuni inglesi, e la Rimostranza a Luigi Napoleone(165)).
Il 28 giugno dell'anno 1862 giunse improvvisa la notizia da Palermo che il Garibaldi, accompagnato dal figlio Menotti, dal Guastalla, Missori ed altri, era colà sbarcato, accolto con grande onore e con grande esultanza del popolo e che, avendo fatto suo il grido uscito dalla folla plaudente "O Roma o morte" preparava una spedizione contro lo Stato Pontificio, fidando ancora nel tacito assenso del governo del re non ostante il recentissimo tradimento di Sarnico(166)).
Appena ebbe di ciò avviso il Mazzini, benchè dissentisse dal Garibaldi circa il programma militare, dichiarò che non era più tempo di discussioni, ma d'ajutare quel moto con tutte le forze! E lasciata Londra, s'avviò in Italia. Ma era appena giunto a Lugano, che ebbe notizia del luttuoso e codardo fratricidio d'Aspromonte, e, pochi giorni dopo, dell'efferato assassinio di Fantina(167)).
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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