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      Non è vero che libertà e indipendenza possano disgiungersi o rivendicarsi ad una ad una: l'indipendenza, che non è se non la libertà conquistata sullo straniero, esige, a non riescire menzogna, l'opera collettiva d'uomini che abbiano coscienza della propria dignità, potenza di sagrificio e virtù d'entusiasmo che non appartengono se non a liberi cittadini; e nelle rare contese d'indipendenza sostenute senza intervento apparente di questione politica, i popoli desumevano la loro forza dalla unità nazionale già conquistata. Non è vero che le virtù più severe repubblicane si richiedano a fondare repubblica; idea siffatta non è se non vecchio errore che ha falsato in quasi tutte le menti la teorica governativa; le istituzioni politiche devono rappresentare l'elemento educatore dello Stato, e perciò appunto si fondano le repubbliche onde germoglino e s'educhino nel petto dei cittadini le virtù repubblicane che l'educazione monarchica non può dare. Non è vero che a ricuperare l'indipendenza basti una forza cieca di cannoni e d'eserciti: alle battaglie della libertà nazionale si richiedono forze materiali e una idea che presieda all'ordinamento loro e ne diriga le mosse; la bandiera che s'inalza di mezzo ad esse dev'essere il simbolo di quell'idea; e quella bandiera - i fatti lo hanno innegabilmente provato - vale metà del successo. E del resto, il collegamento franco, ardito, durevole, nella guerra d'indipendenza tra sei principi, alcuni di razza austriaca, quasi tutti di razza straniera, tutti gelosi e diffidenti l'uno dell'altro e tremanti, per misfatti commessi e coscienza del crescente moto europeo, del popolo e senz'altro rifugio contr'esso che l'Austria, è ben altra utopia che la nostra.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





Stato Austria