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      Trionfò sola, costando al nemico quattro mila morti fra i quali 395 cannonieri. Son fatti questi incontrovertibili e conquistati oggimai alla storia.
      La battaglia del popolo cominciò il 18 marzo.
      Il governo piemontese era inquietissimo per le nuove venute di Francia e per l'inusitato fermento che si manifestava crescente ogni giorno nel popolo dello Stato. Del terrore nato per le cose francesi parlano due dispacci, il primo spedito il 2 marzo a lord Palmerston da Abercromby in Torino (p. 122), il secondo firmato de Saint-Marsan, parimenti il 2 marzo, e comunicato a lord Palmerston dal conte Revel l'11 (p. 142). Il fermento interno imponeva al re, il 4 marzo, la pubblicazione delle basi dello Statuto e si sfogava in Genova, il 7, con una sommossa, nella quale il popolo minacciava voler seguire l'esempio di Francia.
      La nuova dell'insurrezione lombarda si diffuse il 19 in Torino. L'entusiasmo fu indescrivibile. Il consiglio dei ministri raccolto ordinò si formasse un corpo d'osservazione sulla frontiera, centri Novara, Mortara, Voghera. Le voci corse erano di moto apertamente repubblicano, e un dispaccio del 20 spedito da Abercromby a lord Palmerston da Torino (p. 174-75), accenna a siffatte voci siccome ad una delle cagioni che determinavano le decisioni ministeriali. Intanto, si spediva ordine che si vietasse il passo ai volontarî che da Genova e dal Piemonte s'affrettavano a Milano; e fu vietato. Ottanta armati lombardi furono disarmati sul lago Maggiore(193)).
      Il 20, le nuove in Torino correvano incerte e lievemente sfavorevoli all'insurrezione.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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