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      E l'idea era cosė radicata in quegli animi, che il 30 aprile, quando la guerra era inoltrata, nč v'era pių bisogno di dissimulare, ma solamente di vincere, il Pareto tornava a dichiarare all'Abercromby che se l'esercito piemontese avesse indugiato a valicare il Ticino, sarebbe stato impossibile d'impedire che Genova si ribellasse e si separasse dai dominî di S. M. Sarda(201)).
      Con siffatti auspicî, con intenzioni siffatte, la monarchia di Piemonte e i moderati movevano alla conquista dell'indipendenza. La nazione ingannata plaudiva ad essi, a Carlo Alberto, al duca di Toscana, al re di Napoli, al papa. Tanta piena d'amore inondava in que' rapidi beati momenti l'anime degli Italiani, che avrebbero abbracciato, purchč avessero una coccarda tricolore sul petto, i pessimi tra i loro nemici.
     
     
     
      II.
     
      ESIGENZE E CONSEGUENZE FUNESTE DELLA GUERRA REGIA. I REPUBBLICANI
     
      Nella genesi dei fatti, la logica č inesorabile; nč possono falsarla utopie di moderati o calcoli di politici obliqui. Nella politica come in ogni altra cosa, un principio trascina seco inevitabile un metodo, una serie di conseguenze, una progressione d'applicazioni prevedibili da qualunque ha senno. Ad ogni teorica corrisponde una pratica. E reciprocamente, se il principio generatore d'un fatto č falsato, tradito nelle applicazioni, quel fatto č irrevocabilmente condannato a sparire, a perire senza sviluppo, programma inadempito, pagina isolata nella tradizione d'un popolo, profetica d'avvenire ma sterile di conseguenze immediate.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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