Ma compito una volta questo dovere e adottata la linea di condotta accennata pių sopra, l'associazione, messa da banda ogni questione politica, non s'occupō, nelle rare e pubbliche adunanze tenute, che di proposte di guerra. Io non v'intervenni, prima del 12 maggio, che una volta sola per atto d'adesione a' miei fratelli di fede e vi proposi che si spronasse e s'appoggiasse il governo.
La Voce del Popolo, giornale diretto dai pių influenti tra i repubblicani, s'uniformava. Scriveva consigli eccellenti di guerra e finanze. Cercava infonder vita di popolo nel governo. La questione politica v'era toccata rare volte e di volo: la parola repubblica studiosamente evitata(219)).
Se non che il governo era pur troppo, nato appena, incadaverito; nč galvanismo di consigli repubblicani poteva infondergli vita.
Il governo, stretto fin prima del nascere ad un patto di servitų, diffidava di noi, diffidava del popolo, dei volontarî, di sč stesso e d'ogni cosa, fuorchč del magnanimo principe. E il magnanimo principe campeggiava nei proclami, nei discorsi, nei bollettini grandiloqui, sė che ogni uomo s'avvezzasse a non vedere che in lui e nell'esercito che lo seguiva l'āncora di salute. Magnificava, in quel primo periodo, ogni scaramuccia che si combattesse intorno al Mincio fatale in battaglia quasi napoleonica; e stando a' suoi computi, gli Austriaci avrebbero dovuto essere, sul mezzo della campagna e quando appunto cominciavano a farsi minacciosi davvero, spenti pressochč tutti.
Il moto di tutta Italia verso i piani lombardi e le lagune della Venezia riusciva pei politici della fusione tardo ed inutile.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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